Nel bene o nel male, purché se ne parli…?

Questa massima è la parafrasi di una frase usata da Oscar Wilde ne “Il ritratto di Dorian Gray” del 1890: «There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about».

Nel mondo della pubblicità, questa massima è praticamente una legge. Tutti i pubblicitari e gli Art Director vengono formati con l’idea di dover creare impatto nelle persone. Lo scopo è attirare in ogni modo l’attenzione del pubblico, fare in modo che la gente si ricordi di te e del tuo brand. In 3 parole: lasciare il segno. 

Probabilmente conoscete Oliviero Toscani (ne hanno parlato recentemente i media perché ha compiuto da poco 80 anni). Lui è (stato) uno dei più famosi fotografi e pubblicitari degli anni '90. Ha fatto parlare di sé, grazie alle controverse e provocatorie campagne pubblicitarie della Benetton, che all’epoca suscitarono non poco scalpore. 

Schermata 2023-03-20 alle 164201png

In effetti, per quegli anni, il suo stile era innovativo, geniale, impattante, crudo e spesso molto duro. Ha contribuito moltissimo a evidenziare le grandi contraddizioni della nostra società, giocando sui colori, sulla contrapposizione di bianco-nero, sulla razza, sul genere, sulle discriminazioni di ogni tipo.

Ha praticamente spiattellato in faccia all’italiano medio tutti i suoi preconcetti, come fosse uno specchio che rifrange le paure e i tabù più reconditi insiti in ognuno di noi. I suoi messaggi e le sue fotografie certamente non passavano inosservati!

Schermata 2023-03-20 alle 164233png

Gente nuda, scene splatter e raccapriccianti, razzismo… Toscani ha utilizzato tutti gli assi nella sua manica per rendere la Benetton e il suo slogan “All the colors of Benetton” (diventato poi “United colors of Benetton”), un cult a livello mondiale.

Il tutto per che cosa? Un capo di abbigliamento? Una bottiglia di vino? Un brand da ricordare?

Schermata 2023-03-20 alle 164217png

Schermata 2023-03-20 alle 164142png

Le domande che mi sono posta (e che ogni pubblicitario dovrebbe, a mio avviso, farsi ad un certo punto della sua carriera), sono:
✴️ Che matrice energetica c’è dietro a tutto questo?
✴️ Quale messaggio arriva al nostro subconscio?
✴️ Qual è la frequenza energetica di questo brand o di questo prodotto?
✴️ Quali sensazioni ho dopo aver visto queste campagne pubblicitarie?
✴️ È davvero questo il contributo che posso dare come creativo per rendere questo mondo un posto migliore?

Pubblicità non deve essere necessariamente sinonimo di cattivo gusto. Non è più il tempo del ®️ trade-mark ®️, del vendere ad ogni costo e con ogni mezzo.
È già più di un decennio che siamo entrati nel tempo del ❤️ Love-mark ❤️ in cui i prodotti diventano oggetti da amare, cose (spesso inutili) di cui affezionarci, perché i pubblicitari ci dicono che non ne possiamo fare a meno.

Ma ora dobbiamo entrare nel tempo del Soul-mark , un mondo in cui la pubblicità è sì, usata, ma con consapevolezza, con etica e con rispetto, senza manipolazione, senza inganno e senza secondi fini.

La pubblicità è nata per vendere. Ma ciò che fa la differenza, siamo noi pubblicitari, che abbiamo il Potere di scegliere che cosa vogliamo pubblicizzare e come.

Questo è il motivo per cui è nata la Grafica Olistica.


Questo è il motivo per cui non ho mai fatto carriera nel mondo della grafica e della pubblicità tradizionali. E questo è il motivo per cui ho scelto di impiegare i miei Talenti per espandere Luce e consapevolezza nelle persone, non attraverso il cattivo gusto, ma attraverso la Bellezza.

«La Bellezza salverà il mondo». (Fëdor Dostoevskij)