La vita non ti dà ciò che vuoi, ma ciò di cui hai bisogno per evolvere

Oggi vorrei raccontare una storia. La mia storia. Non partirò da Marco Caco, tranquillo… ma dal 2010, quando ho visto il mio sogno di diventare Art Director, trasformarsi in realtà!

Dopo 14 anni di gavetta come grafica pubblicitaria ed editoriale, sognavo di dare una svolta alla mia vita: volevo essere un Art Director, dirigere un‘agenzia di comunicazione di successo a livello nazionale, con un team di creativi, programmatori, account e copywriter che mi avrebbero affiancato in questa avventura.

Così mi misi a cercare online un corso in art direction. E proprio in quei giorni (era gennaio 2010), ne sarebbe partito uno davvero completo presso un’agenzia di Bologna. Non ci potevo credere! Il costo era piuttosto rilevante, senza contare le trasferte, ma era il sogno della mia vita, un’occasione che non potevo perdere!

E così lo feci, partii per quella che è stata una delle più belle, istruttive e stimolanti formazioni della mia vita! Furono sei mesi intensissimi, ma avevo messo le basi per la mia carriera, ora dovevo solo farmi assumere qualche anno per fare esperienza diretta in un’agenzia prima di mettermi in proprio.

L’occasione arrivò prestissimo. Solo qualche mese dopo la fine della mia formazione (era dicembre 2010), grazie a un mio amico e collaboratore grafico, ho fatto un colloquio per un posto di Art Director nella più grossa agenzia di comunicazione di Trieste. 

E fui assunta. I titolari esaminarono il mio curriculum e il mio portfolio e nel giro di una settimana avevano allestito la mia la postazione, con l’ultimo modello di iMac e tutti i programmi della suite Adobe. Il mio sogno si stava materializzando, giorno dopo giorno.

Dopo un mese, però, iniziai a sentirmi strana, a percepire che qualcosa non stava fluendo. In agenzia erano tutti super disponibili, il team e i lavori erano creativi e stimolanti e il mio stipendio da Art Director era una somma che non avevo mai avuto prima… eppure… eppure… stavo iniziando a fare resistenza a qualcosa.

Andare a Trieste mi pesava ogni giorno di più. Iniziai dapprima a chiedere di poter lavorare da casa in remoto per un periodo. Poi misi ulteriore distanza e ritrattai gli accordi dell’impiego a tempo indeterminato per un contratto freelance. Iniziai ad avere sempre più dubbi ed ero molto combattuta.

La mia parte razionale (ben specchiata anche dai miei genitori) mi diceva che era il lavoro della mia vita, che era un posto fisso, che lo stipendio era alto, che sarei stata una stupida a farmelo scappare ecc. ecc.

La mia parte emozionale/inconscia però mi stava dicendo qualcos’altro. Sentivo che c’era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a capire cosa ed ero in confusione.

Dopo tre mesi iniziai a somatizzare un fortissimo dolore alla sciatica. Il mio corpo mi stava urlando qualcosa, ma ancora non riuscivo a capire cosa. In quel periodo avevo programmato un viaggio con la mia compagnia di amici in Olanda. Fortunatamente i ragazzi del gruppo sono stati dei veri gentiluomini e mi hanno aiutato con le valigie per tutta la settimana a causa del dolore incessante.

La vacanza fu molto introspettiva. Mentre loro erano in giro a fare baldoria ad Amsterdam, io restavo nella mia stanza ad Haarlem, a divorare libri sulla psicosomatica e la metamedicina, per capire cosa mi stesse accadendo.

Era evidente che, per qualche motivo (allora) sconosciuto, la parte intuitiva di me mi stava gridando di cambiare strada, pena la mancanza di salute.

Non ho potuto fare altro che assecondare questi segnali, e, con un atto di coraggio (e di Fede), al rientro in Italia comunicai ai titolari dell’agenzia che non avrei più collaborato con loro.

È stato come togliermi un gran peso dallo stomaco. Mi sentivo libera e leggera come mai prima d’ora. Non sapevo dove tutto questo mi avrebbe portata, ma sapevo di aver fatto la scelta giusta. È una scelta che rifarei cento volte, perché quando l’Anima chiama, se non è ascoltata, il corpo risponde immediatamente.

Da lì a tre mesi avrei scoperto lo Tzolkin, che ha ribaltato come un calzino la mia vita; dopo altri sei mesi avrei fatto esperienza di quello che è il Risveglio spirituale, che ha cambiato totalmente la mia Visione; e alla fine di quell’anno avrei dato vita ad Ahau Eventi Olistici, seguendo quella che era la Missione della mia Anima.

Ma questa è un’altra storia.

La scelta che feci nel 2011 mi ha portata qui, ora, a occuparmi di Grafica Olistica e mi ha insegnato ad avere sempre il coraggio di ascoltare la mia Anima.

Non importa se la parte razionale dice un’altra cosa… la mente razionale è al servizio del cuore.
Non importa se la paura dice un’altra cosa ancora… la paura ha lo scopo di proteggerci, ma non deve condizionarci.

Ciò che importa è andare per la propria strada. Seguire quello che è il percorso unico che la nostra Anima ha tracciato per noi e seguirlo con fiducia e coraggio.

«La vita non ti dà ciò che vuoi, ma ciò di cui hai bisogno per evolvere». (BERT HELLINGER)