È bene fare pubblicità in periodi di incertezza economica?

Oggi vorrei parlare della mia esperienza di qualche anno fa, per l’esattezza del 2008/2009. Tutti ricordiamo quel periodo, immagino… Il 2008 per me è stato un anno di grande successo. All’epoca mi occupavo solo di grafica tradizionale e nel mio pacchetto clienti c’erano numerose aziende automobilistiche, case farmaceutiche, case editrici, ditte di costruzioni, l’Azienda sanitaria locale, l’Azienda turistica regionale e le maggiori e migliori realtà grafiche e tipografiche del Friuli Venezia Giulia con cui collaboravo.

Quell’anno ho lavorato moltissimo, a volte anche 10-12 ore al giorno. Ho avuto molte soddisfazioni e attestazioni di stima, ma ero anche molto sotto pressione. Ci sono state settimane in cui non riuscivo neppure a rispondere alle chiamate dei miei genitori a causa della mole di lavoro che dovevo consegnare entro le scadenze.

È stato un anno davvero molto intenso e stimolante. C’è stata una grandissima espansione a livello grafico e le aziende investivano molto sulla qualità dei loro prodotti e sulla presentazione degli stessi. Ovviamente quell’anno ho fatturato un botto… tant’è che avevo sforato di un bel po’ il regime dei minimi in cui ero inquadrata. Credo sia stato l’anno più bello per la mia professione da questo punto di vista.

Poi arriva il 2009 che si porta dietro la famosa “crisi”. C’è una contrazione economica su tutti i fronti. Tutti sono impauriti e spaventati e le aziende, la prima cosa che fanno, è quella di tagliare immediatamente i fondi destinati alla pubblicità. In pochi mesi, perdo più di 2/3 dei miei clienti, con cui avevo collaborazioni durature da diversi anni. Il mio fatturato si riduce drasticamente e, come se non bastasse, arriva una montagna di tasse da pagare sui redditi del 2008.
Ecco che in poco tempo, passo dalle stelle alle stalle, tutto diventa difficilissimo e pagare il mutuo e arrivare a fine mese è stata un’impresa quasi impossibile.

Da pubblicitaria, sapevo perfettamente che, in periodi di crisi o di incertezza economica, chi decide non solo di continuare a investire in pubblicità, ma addirittura di aumentarne il budget, si assicura quella scialuppa di salvataggio che gli permetterà di sopravvivere alla crisi senza risentirne nemmeno poi così tanto, in quanto si troverà letteralmente a svettare sopra un mare di aziende prossime al fallimento. Purtroppo però, la paura è sempre una cattiva consigliera e quando si agisce spinti dalla paura, le conseguenze sono sempre catastrofiche. Questo vale per ogni cosa…

Su questo tema vorrei condividere qualche stralcio di un articolo tratto dal numero di novembre 2022 di Forbes Italia che riguarda un’intervista a Ilaria Zampori, General Manager Italia e Spagna di Quantcast.


Come reagisce il mercato pubblicitario nei momenti di incertezza economica?

«Durante i periodi di fragilità finanziaria, di solito i budget destinati al marketing sono i primi a essere tagliati. […] Durante la crisi del 2008, per esempio, l’industria pubblicitaria ha subito globalmente una contrazione tra il 13% e il 27%, a seconda dei diversi studi.
Non è un caso se, in momenti passati di instabilità, le imprese che hanno continuato a investire in pubblicità online hanno aumentato le vendite, a scapito di quelle che hanno invece deciso di ridurre il budget. Tendenza che, sommata al numero esiguo di player con cui competere, sta aumentando la consapevolezza su una dinamica del settore: una spesa rilevante e costante in digital advertising si traduce in un miglioramento in termini di awareness, performance aziendali e vantaggio competitivo. Sia in fase di crisi che in fase di sviluppo».

Qual è la strategia che i brand devono intraprendere perché il loro messaggio sia comunque recepito in un momento storico così difficile?

«Di sicuro devono continuare a investire per mantenere la propria posizione e assicurarsi di essere presenti sul mercato. L’obiettivo, quindi, deve essere quello di rimanere comunque tra i brand cosiddetti “top of mind”, in modo da uscire più forti di come sono entrati nelle crisi».

Ci sono dei vantaggi se si decide di mantenere invariato – o addirittura di aumentare – il budget indirizzato al marketing?

«Assolutamente sì. Perché diminuire le spese destinate all’advertising online è un errore grossolano, soprattutto in condizioni di incertezza nelle quali si riscontra una diminuzione della competizione, che implica una maggiore visibilità per chi continua a investire. […] È stato inoltre dimostrato che un investimento continuo e costante in brand advertising si traduce in un miglioramento dell’awareness, delle performance e del vantaggio competitivo, nei mercati in crisi e in quelli in crescita».


In questo articolo naturalmente si parla di brand e aziende, soprattutto quelle ai vertici del mercato. Ma la strategia può ritenersi la stessa anche per le realtà più piccole e per i professionisti come me e probabilmente te, che stai leggendo questo post. Io la vedo come un frattale, che si applica in una meravigliosa sezione aurea a tutti i settori lavorativi, anche in quello olistico, in cui l’offerta e quindi la “concorrenza” sono aumentate moltissimo negli ultimi anni (su questo tema farò a breve un approfondimento molto interessante).

La pubblicità, dunque e in particolare la grafica pubblicitaria, insieme alla comunicazione e al marketing, è uno dei pilastri per la crescita di un’attività che mira a raggiungere il successo. Indifferentemente da che tipo di attività hai, che sia una professione olistica, un centro, una scuola, un negozio, un’azienda di qualsiasi tipo… se non fai sapere alle persone che esisti, che sei presente sul mercato con la tua attività, se non comunichi cosa fai, quali sono i servizi o prodotti che offri, qual è la tua visione, quali sono i tuoi parametri di eccellenza, e se non fai conoscere la qualità e la bontà del tuo business al tuo pubblico… la tua attività non può crescere e avrà certamente i giorni contati.

Pensare che la pubblicità o la grafica pubblicitaria siano degli elementi superflui, trascurabili o troppo dispendiosi, è il più grande errore che puoi fare per la tua attività professionale.

Il mio consiglio, è, dunque, prenditi del tempo per valutare i professionisti del settore intorno a te (non solo me con la Grafica Olistica, ovviamente) e affida a loro la comunicazione della tua attività.

Per tornare alla mia storia… fortunatamente ho avuto tutto l’aiuto necessario per superare quegli anni di ristrettezze. L’Universo ha accolto le mie richieste e grazie ai miei genitori, ai clienti che avevo mantenuto e alle nuove opportunità che mi si sono presentate, ho potuto risorgere anche da quella “crisi” che sembrava così spaventosa e che oggi è solo un lontano ricordo.